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BDF 7.3 – Pietro Barbetta: Lewis Carroll e il DSM 5

 

Pietro Barbetta “Lewis Carroll e il DSM 5”

 

 

 

 

Pietro Barbetta nel suo prezioso seminario esplora alcune connessioni tra criteri nel nuovo DSM 5 per la diagnosi di schizofrenia, e Humpty Dumpty, personaggio della cultura popolare inglese che Alice incontra nel sesto capitolo di Through the Looking-Glass di Lewis Carroll. Partendo da un excursus storico sulle precedenti versioni del Manuale Statistico Diagnostico, Barbetta analizza l’impianto scientifico e metodologico delle varie pubblicazioni marcando importanti distinzioni tra termini chiave come addiction vs dependence, schizotypal personality disorder vs schizotypal (personality) disorder, spectrum e contenuti bizzarri o implausibili. È così che da questi manuali emerge, nascosta sotto i veli delle costruzioni teoriche lineari e di definizioni meccaniciste, la banalità di alcune pratiche discorsive finalizzate alla mera convergenza interpretativa. Dunque Pietro Barbetta s’interroga anche su che cosa possa significare la parola “delirio” secondo i criteri diagnostici del DSM 5: poiché “il problema è che”, in molti casi, “la produzione discorsiva del delirio è assai lucida”. Analizzando il tema della Hyperreflexivity, esplorato da Louis Sass, Barbetta ricorda che i cosiddetti “schizofrenici” proprio grazie ai loro deliri sarebbero in grado di produrre antinarrative simili a quelle che per esempio possiamo leggere, per citarne soltanto alcuni, in Joyce, in Artaud, in Gadda e Pasolini. “Se pensassimo ad Alice in qualità di terapeuta”, propone Barbetta, e a Humpty Dumpty come “persona che decide di frequentare l’analisi” (Fachinelli) noteremmo che Alice riconosce una Hyperreflexivity in Humpty Dumpty e scopre che il paziente-cliente, grazie alla sua sapienza e alle sue parole valigia, ha qualcosa da insegnare al terapeuta/Alice. Nonostante uno scarto irriducibile tra linguaggio/immagine. Ma non solo: riprendendo l’importanza di un concetto elaborato da Freud, quello di sovradeterminazione, secondo cui non sussisterebbe una corrispondenza biunivoca tra elementi del sogno e pensieri sul sogno bensì degenerazione e caos, Pietro Barbetta propone l’idea per cui una pratica di cura attenta ai temi dell’inflazione diagnostica (Allen Frances) e dell’etica renderebbe la psicoterapia un modo per liberare i discorsi da un pensiero unico e convergente che sempre più spesso aleggia su alcune modalità meccaniciste di produzione diagnostica.