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CG 1.2 L’intellettuale dissidente e il Brasile

Secondo incontro del Collettivo Guaranì  (09/02/2021) L’intellettuale dissidente e il Brasile.

Il secondo appuntamento del Collettivo Guaranì del 9 febbraio 2021 ha avuto come relatore Pietro Barbetta, il quale ha proposto un interessantissimo intervento che ci ha accompagnati in un viaggio nella diversità dei possibili modi di essere degli intellettuali.

Ad aprire l’incontro le parole di Mario Galzigna in un video intitolato “Cosa può insegnarci il Brasile?” (Link al video: https://www.youtube.com/watch?v=j08KYcVtk3k) “Voglio mostrare qualcosa che ho profondamente condiviso [con Mario Galzigna]” afferma Barbetta per introdurre il tema della serata. Aprendo così la strada ad un racconto ricco di informazioni, collegamenti storici e culturali e riflessioni.

Perché proprio il Brasile ha da insegnarci qualcosa? La risposta sta nella poliedricità e nel pluralismo che caratterizzano le terre Brasiliane. Il Brasile può insegnarci molto relativamente alla letteratura, al cinema, al teatro, alla psicoanalisi e alla psicoterapia. Cosa collega Mario Galzigna, il Brasile e la figura di intellettuale dissidente?

Grazie al racconto di Pietro Barbetta è possibile comprendere cosa accomuni questi tre aspetti. Come accennato all’inizio, Mario Galzigna aveva passato un mese in Brasile, durante il quale aveva avuto anche l’opportunità di entrare in contatto con un popolo locale, i Guaranì. Mario Galzigna si è formato nel mondo è questo è stato un grosso vantaggio, ha studiato con Foucault, ha girato vari paesi, è sempre stato legato alla cultura francofona, soprattutto quella legata alla cultura francofona della dissidenza, Deleuze, Foucault, Guattarì. Personaggi che negli anni ‘60,’70,’80 segnavano la figura della dissidenza, il nuovo tipo di intellettuale, l’intellettuale dissidente afferma Barbetta.

In Rivolte del pensiero Mario Galzigna riesce a mettere insieme, grazie al suo stile di pensiero, diversi autori che hanno in qualche modo esercitato la funzione della dissidenza. Ma prima di addentrarci all’interno della definizione di intellettuale dissidente e di dissidenza più in generale è necessario riportare i diversi modelli di intellettuale che si sono susseguite nel corso della storia e le loro caratteristiche distintive. In un tempo più lontano si può trovare la figura dell’intellettuale organico. Solitamente si trattava di operai  e giovani  quadri, intellettualmente preparati, che frequentavano i partiti politici. Grazie agli incontri e ai corsi di formazione quadri ampliavano le proprie conoscenze.Un esempio di questo tipo di intellettuale è quella di Dino Formaggio, ex operaio metalmeccanico dotato di  grande curiosità e cultura che grazie all’incontro con Antonio Banfi si avvicina alla riflessione relativa all’arte, alla filosofia e all’estetica.

Successivamente, in Francia, nasce l’intellettuale compagno di strada: si tratta di un intellettuale autonomo che non è necessariamente un militante. Non è una figura culturale legata a rigide ideologie, infatti, si riserva di avere un punto di vista personale e indipendente. Un esempio è Jean-Paul Sartre.

Si giunge poi all’intellettuale dissidente, che rappresenta il fulcro di questo incontro. Il dissidente è una persona che riflette in maniera critica, che cerca di guardare le cose sotto diversi aspetti. In altre parole, è colui che non dà mai niente per scontato. Un esempio di intellettuale dissidente è proprio Mario Galzigna; intellettuale profondo, chiaro e dotato di una grande ricchezza di pensiero, come pochi in Italia. Infine vi sono gli intellettuali organici all’accademia: caratterizzati dal possesso di numerose conoscenze ma che puntano alla quantità di scritti prodotti e non solo alla loro qualità.

In conclusione il professor Barbetta afferma: “Il Brasile è un’esperienza in cui si mettono insieme dei pezzi che vengono resi assonanti da un insieme di dissonanze”. Il Brasile grazie alla sua poliedricità riesce a connettere gli aspetti caratterizzanti di diverse culture, ad integrarli fra loro facendoli riemergere con nuove connotazioni e configurazioni.     

Benedetta Satta