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BDF 1.7 – Marcelo Pakman on line: il poetico in psicoterapia; finalità cosciente, arte, Sacro

 

Marcelo Pakman on line “il poetico in psicoterapia; finalità cosciente, arte, Sacro”

 

 

 

 

Il seminario di Marcelo Pakman del 16 ottobre è stato eccelente, anche la tecnologia on-line ci ha aiutato mantenendo la linea in modo accettabile. Pakman ha fondamentalmente proposto una lettura del saggio di Bateson “La finalità cosciente e la natura” alla luce di alcune considerazioni in relazione all’arte e al sacro. Ci ha infine presentato il poetico in psicoterapia come uno dei modi per correggere o almeno mitigare i disastri ecologici della finalità cosciente. Non appena avremo un testo che riassume i temi trattati durante il seminario lo metteremo on line. Conferenza on-line di Marcelo Pakman Marcelo Pakman è stato Vice Presidente dell’American Society for Cybernetics, Responsabile della Sezione Human Rights e poi Vice Presidente dell’American Family Therapy Academy. Ha lavorato come Terapeuta familiare e come Psichiatra negli Stati Uniti e ha svolto attività clinica e accademica in tutto il mondo. Coordinatore del Curso Intensivo de Terapia familiar svoltosi per numerosi anni ad Amherst e recentemente a Santiago di Compostella. Ha pubblicato numerosi saggi che sono stati in parte tradotti in italiano per le riviste Connessioni, Pluriverso, Locus Solus. Clicca qui sotto per ascoltare un intervento di Marcelo, con alcuni interventi e domande di Pietro. dw_r0001 [googlevideo:http://video.google.it/videoplay?docid=-4519313170670709300]

Appunti videoconferenza Marcelo Pakman (16-10-2008) “Finalità cosciente e natura” ed “Effetti della finalità cosciente sull’adattamento umano” sono due saggi che Bateson scrive nel 1968. In un momento fortemente politico come quello Bateson non interviene in alcun modo su piano sociale e politico ma scrive questi  contributi, in cui critica la finalità cosciente considerandola una fonte di disequilibrio naturale ed ecologico. Nella stessa prospettiva egli si dichiara contro l’intervento finalizzato, mirato, quale potrebbe essere considerato in terapia quello dei cosiddetti terapeuti strategici. Negli stessi saggi suggerisce che esistono cose che possono salvare dagli errori della finalità cosciente, dei ‘fattori correttivi’ che possono permettere di intervenire in modo naturale e sistemico cioè in un modo non distorto dalla finalità cosciente e dal suo predominio. Essi sono in primo luogo: 1- L’arte. Il riferimento è qui a “Stile, grazia, informazione nell’arte primitiva” (1967) (???) riguardo alle pitture delle grotte di Altamira le quali secondo lui è come se interrogassero chi le contempla e gli chiedessero: “lo sapevi che il mondo si poteva vedere anche in questo modo?” e ogni volta che un’opera d’arte ci colpisce davvero la risposta è no. Si tratta di una sorta di interpellazione, noi veniamo interpellati dall’opera d’arte. Ma non capita sempre ed a tutti (differenza rispetto all’idea di Althusser) perché c’è anche il gusto, il quale è anche costruito socialmente (come Bordieu ha bene messo in luce) che ci prepara ad essere interpellati dall’opera d’arte. Ci sono opere che possono colpirci in modo imprevedibile. In questo caso si ha una vera e propria correzione della finalità cosciente, questa è l’arte di Bateson. Gli oggetti estetici quando ci toccano aprono una dimensione che va oltre l’ordine della significazione e si apre al senso. ‘Il senso che si offre ai limiti del significato è una rottura della presenza della significazione e del suo ordine’ (Nancy). Il senso è ciò che rende possibile il significato, ma non si esaurisce in esso, il senso è molteplice, è il regno della possibilità, è la possibilità, per esempio anche nel linguaggio o nella terapia, di essere differenti, a differenza del significato che è già stabilito. Quando l’opera d’arte ci chiede se sapevamo che il mondo si poteva anche vedere in un differente modo, nuovo, e la risposta è no, io non lo sapevo, l’io è sopraffatto dall’esperienza, da un’esperienza che eccede la coscienza. Ci possono essere momenti analoghi in terapia, che ci portano fuori dalla mente, che prescindono dalla normalizzazione, dall’egemonia culturale (intesa in senso gramsciano), possono essere momenti  ‘out of mind’. Ugualmente l’intervento paradossale in terapia che si apre all’imprevisto e non prescrive, non indirizza, può essere considerata una pratica molto difficile da comprendere in termini strutturati di significato, può essere più facile comprenderlo in quello che Deleuze chiama, appunto, il mondo dei sensi. [googlevideo:http://video.google.it/videoplay?docid=-8695618789722841899] 2- Il sacro nei suoi legami con l’ecologia e la natura. Questi due elementi correttivi  riescono ad aggirare, assieme alla finalità cosciente anche la dimensione egemonica, sempre intesa in senso gramsciano, che costruisce l’identità ideale del cittadino appartenente ad una data società. Esempio del duello televisivo tra i presidenti americani  e questione del self e della rabbia (tutti i giornalisti concordavano nel fatto che mostrare la rabbia non si poteva conciliare col diventare presidente degli Stati Uniti, poiché condividevano varie implicite regole su costruzione di sé e controllo delle emozioni, egemoniche in America e implicitamente condivise dalla maggioranza dei cittadini che vanno a votare). Questi due correttivi possono incidere anche nella terapia, la quale potrebbe provare ad esplorare un’interpellazione  quale quella artistica, per esempio grazie ad una dimensione poetica, che non si esaurisca neppure nell’estetica e nel sacro, e che abbia l’effetto di aprire al senso e non al significato. [googlevideo:http://video.google.it/videoplay?docid=-4387233495592297945] Alla luce di quanto detto emerge quanto il pensiero di Bateson possa aiutare a costruire, per dirla con Foucault, un’epistemologia non disciplinare per la terapia. In terapia un movimento anti-egemonico potrebbe darsi quando non si agisce all’interno della logica causa-effetto, in vista di specifici fini, ma si entra piuttosto, come diceva Bateson, nelle cose  tramite l’allusione, senza volerla colmare né spiegare. Andrée